I ricci che a causa di qualche problema hanno passato un lungo periodo in cattività – in particolare i riccini orfani allevati dall'uomo e i ricci che sono stati prelevati in autunno perché sottopeso e tenuti al caldo per tutto l'inverno in modo da fargli saltare il letargo – devono effettuare una riabilitazione graduale alla vita selvatica prima di tornare liberi: si tratta di un passaggio fondamentale, che non deve essere tralasciato o sottovalutato, necessario per assicurarsi che i ricci abbiano riacquistato la piena autonomia e siano in grado di cavarsela da soli in natura.

Il reinserimento deve essere fatto nella bella stagione (da aprile a settembre) in un recinto all'aperto che abbia caratteristiche tali da impedire la fuga. Il riccio vi resterà per un minimo di 15-20 giorni e, comunque, finché non avrà dimostrato di saper cacciare insetti e costruire una tana, di essere sufficientemente diffidente nei confronti dell'uomo, di avere l'istinto di difesa.

Il recinto: come realizzarlo

Un buon recinto deve innanzitutto essere a prova di fuga: se il riccio si allontanasse prima di aver completato la riabilitazione alla vita selvatica, potrebbe non essere in grado di cavarsela da sé in natura. E' quindi fondamentale prevenire i tentativi di fuga che il riccio, animaletto abile e molto determinato, potrebbe mettere in atto arrampicandosi, scavando, tentando di forare o di aprire le barriere. Il recinto deve avere pareti perfettamente lisce, non scalabili, alte almeno 50 cm fuori terra e 20 cm interrati.

Materiali adatti: onduline lisce in rotoli, nylon spesso in rotoli, policarbonato e altri materiali lisci in fogli.

Materiali non adatti: muri di pietra o mattoni, scarpate, muretti in cemento, recinzioni in assi di legno, reti di qualunque tipo; questi materiali presentano appigli che possono permettere al riccio di scalarli; le reti poi sono pericolose per l'incolumità del riccio, che può incastrarsi con la testa in quelle a maglie larghe e con le zampe in quelle a maglie piccole.

Massima attenzione alle giunte tra i diversi elementi: devono essere molto solide e non devono presentare alcun appiglio a cui il riccio possa aggrapparsi per arrampicarsi.

Se la zona è naturale e potenzialmente abitata da predatori del riccio, quali tassi e rapaci notturni, è bene posizionare una rete a chiudere superiormente il recinto, per evitare incursioni. Se è noto che nella zona vi sono delle volpi, invece, non c'è copertura che tenga: è necessario cercare un altro luogo dove realizzare il recinto.

Il recinto: dove realizzarlo

L'ideale è che il recinto per la riabilitazione venga realizzato nel luogo scelto per la liberazione del riccio. Se questo non è possibile, si procederà a realizzare un recinto all'aperto da usare solo per la riabilitazione, per poi trasferire il riccio nel luogo della liberazione a tempo debito. Raccomandiamo di scegliere per il recinto un luogo tranquillo, almeno in parte ombreggiato e riparato; è buona cosa includere elementi naturali come alberi e arbusti, a patto che non siano vicini al perimetro del recinto (altrimenti favorirebbero la scalata) evitando però le piante più odorose, come la lavanda, che possono dar fastidio ai ricci.

All'interno del recinto, lontana dal perimetro e in posizione ombreggiata, bisogna posizionare un rifugio: ideale è una casetta in legno leggermente sollevata da terra con un'apertura di 10x10 cm, riempita in parte di fieno e foglie; altro fieno e foglie saranno lasciati a disposizione del riccio anel recinto, in modo che possa usarli per allestirsi una tana, dentro la casetta o altrove.

Passaggio al cibo vivo

Durante il periodo della riabilitazione i ricci devono imparare a cacciare insetti. Bisogna quindi diminuire progressivamente il cibo pronto e aumentare il cibo vivo, fino a verificare che nutrendosi di solo (o quasi solo) cibo vivo i ricci siano in grado di sostenersi. Un mix di insetti diversi – ad esempio camole della farina, lombrichi, grilli, cavallette - è preferibile rispetto a un solo tipo di insetti: il riccio così si abituerà a diversi sapori, consistenze, modi di caccia. All'inizio si possono mettere gli insetti tagliati a pezzetti nel piatto del cibo pronto, in modo che il riccio si abitui al loro sapore; poi si può passare a lasciarli vivi vicino al cibo pronto, e infine spargerli nel recinto costringendo il riccio a andarli a cercare.

Iniziare fornendo circa 50 grammi di cibo la sera con questo mix:

  • circa 20 grammi di insetti d'allevamento
  • circa 10/15 grammi di cibo umido per cani o gatti o carne macinata e scottata
  • una ventina di croccantini per gatti
  • alcuni pezzetti di frutta (escluse mandorle, nocciole e frutta esotica)

Alla fine della riabilitazione il riccio dovrebbe mangiare quasi esclusivamente insetti. Gli insetti sono, in genere, più proteici della carne, per cui non serve dargliene 50 grammi netti: ne possono bastare un po' meno. Considerando però che alcuni insetti possono disperdersi e sfuggire al riccio, si può stare su una quantità di 50 gr. o poco meno.

N. B. – Raccomandiamo di utilizzare insetti allevati per la zootecnia, e non insetti trovati in giro, perché questi ultimi trasmettono molti parassiti… lo scopo è invece quello di dare ai ricci il massimo vantaggio possibile, rilasciandoli perfettamente in forma e sani! Da evitare anche gli insetti allevati per la pesca, perché spesso sono trattati con sostanze nocive per i ricci.

Durante la riabilitazione è fondamentale:

  • osservare i ricci per vedere se cacciano e si nutrono degli insetti forniti
  • pesare regolarmente i ricci (all'inizio della riabilitazione e poi una volta alla settimana) per vedere se nonostante il passaggio al cibo vivo riescono a mantenere abbastanza invariato il peso corporeo: indicativamente si può considerare accettabile un calo di peso intorno al 10%

Link utili

Sverminamento e trattamento anti zecche

Prima della liberazione è bene sverminare i ricci e trattarli contro le zecche.

Sverminamento: si effettua con Advocate (NO Advantage o Advantix, che sono tutt'altra cosa!) applicato sulla cute alla dose di 0,05 ml per etto di peso del riccio (es. per un riccio di 700 grammi, cioè 7 etti, si applicano 0,05 x 7 = 0,35 ml)

Trattamento anti zecche: si effettua con Frontline spray (mai gocce!) nella confezione piccola, da 100 ml, che eroga una piccola quantità di prodotto. La dose per tutti i ricci di oltre 300 grammi di peso è sempre e solo di 3 spruzzi: quantità maggiori intossicherebbero il riccio! Raccomandiamo di evitare di spruzzare il prodotto sul muso.

La liberazione: dove e come effettuarla

Il luogo

Per la liberazione si deve aver cura di scegliere un luogo naturale, con presenza di una fitta vegetazione spontanea in cui il riccio possa trovare riparo e di fonti d'acqua a cui possa abbeverarsi, lontano da strade trafficate e da campi coltivati in modo estensivo, lontano da campi e giardini in cui sia noto che si fa uso di pesticidi o veleni vari. E' importante informarsi sugli animali che popolano la zona ed evitare luoghi con presenza molto forte di volpi, tassi e rapaci notturni, tutti predatori del riccio. In una certa misura la presenza di predatori è normale (se un luogo è adatto per un animale, è naturale che lo sia anche per i suoi predatori), ma se questi sono davvero molto numerosi il rischio diventa troppo alto per l’animale preda. Sono da evitare anche le zone fortemente infestate da zecche.

Il momento

Le liberazioni possono essere effettuate per tutta la bella stagione (primavera e estate), avendo cura di controllare il meteo per esser certi che il riccio abbia davanti a s&eacuto; un buon numero di giorni non piovosi per esplorare i luoghi, scegliere un posto in cui allestire la propria tana, radunare foglie e altro materiale naturale asciutto con cui riempirla. E’ fondamentale verificare che al momento del rilascio del riccio sia presente, in natura, una buona quantità di insetti da cacciare. Dal momento che il riccio è un animale notturno, la liberazione deve essere effettuata nelle ore serali.

Le modalità

Se il luogo della liberazione coincide con quello in cui si è effettuata la riabilitazione (caso ideale), sarà sufficiente aprire un varco nel recinto: il riccio sarà libero di andare e venire e potrà scegliere se continuare a utilizzare come tana la casetta posta dentro il recinto o costruirsi una nuova tana altrove. Se il luogo della liberazione non coincide con quello della riabilitazione, è consigliabile trasferire il riccio nel luogo della liberazione all'interno della casetta che ha utilizzato fino a quel momento e sistemarla in un luogo riparato, ad esempio all'interno di un cespuglio.